500 pagine di testimonianze per “Costruiamo la speranza”

Bioglio. Giovedì 5 maggio ore 21,00. A Villa Santa Teresa serata dedicata alla solidarietà e alla presentazione del libro curato dall’Associazione Piccolo Fiore (Domus Laetitiae) “Costruiamo la Speranza” con il contributo di Daniela Schifani Corfini Lucchetta e di Titti Andriani.

Al tempo degli “influencer”, professionisti della pubblicità digitale, in qualche caso ricchi e famosi, mitizzati dai tanti sconosciuti seguaci-follower, nelle pagine del libro “Costruiamo la speranza” ritroviamo le voci e testimonianze di chi nel lavoro e nella vita si è interrogato sul senso della solidarietà.

Chi sono i modelli dei ragazzi oggi?si chiede Niccolò Mello, giornalista de Il BielleseGli sportivi. Bravi, ricchi e famosi. Sportivi che puntano tutto sul successo in campo e fuori. Ma che spesso sono lo specchio di un mondo legato al culto dell’immagine e che non sempre riesce a trasmettere valori capaci di scalfire la superficie. Eppure ci sono stati esempi di sportivi che oltre a essere stati grandi sul campo, son riusciti a esserlo anche fuori. Operando scelte coraggiose. Compiendo gesti significativi.”

Nelle storie scelte da Niccolò ci sono due sono allenatori di calcio che nel 1944 dopo l’invasione nazista dell’Ungheria si ribellano aiutando centinaia di concittadini ebrei a salvarsi. Kertész e Tòth, scoperti vengono fucilati dalla Gestapo. Nell’Argentina del 1978 Carrascosa doveva essere il capitano della nazionale di calcio sotto il regime sanguinario di Videla. “Ma dice no alla convocazione. Si rifiuta di rappresentare un Paese che ha imboccato la via del terrore, tra violenze, torture, efferate uccisioni, gli stadi trasformati in campi di concentramento, le grida delle madri disperate che in Plaza de Mayo a Buenos Aires urlano il loro dolore per la scomparsa dei figli, di desaparecidos. Carrascosa dice no. I suoi compagni invece non riescono a mostrare altrettanto coraggio. (…) L’Argentina, tra polemiche e sospetti, corona il sogno e conquista il primo titolo mondiale della sua storia. La dittatura fa festa. (…) Carrascosa è in disparte, l’anno dopo si ritira dal calcio. Nessuno si ricorda più di lui. Lui l’unico che ha avuto il coraggio di ribellarsi.” Nelle rotte intricate della vita e della storia speriamo che sia la forza dell’esempio, non la notorietà e basta, ad essere un potente motivo di ispirazione.

A.P.