La deludente risposta del presidente MATTARELLA alla lettera del sindaco

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La risposta alla lettera inviata dal sindaco Stefano Ceffa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (leggi il testo), poi divenuta manifesto nazionale dell’Anci della protesta contro i tagli agli enti locali, è arrivata. Ma non possiamo nascondere la delusione nel leggere le poche righe firmate dal consigliere di stato agli Affari giuridici e Relazioni costituzionali Giancarlo Montedoro.

Riportiamo integralmente la lettera di risposta:

Gentile Sindaco,

mie riferisco alla lettera da Lei indirizzata al Presideme della Repubblica., con la quale, rappresenta alcune difficoltà incontrate nel corso del mandato affidatoLe dai Suoi concittadini.

Al riguardo, mi preme rassicurarLa che il Capo dello Stato è ben consapevole del difficile compito al quale sono chiamati i Sindaci, specialmente in un periodo storico come il presente, dove alle consuete difficoltà dello gestione di un Comune si sommano quelle derivanti da un complicato e non favorevole ciclo economico che richiama ciascuno di noi a scelte e comportamenti improntati a maggiore sobrietà e solidarietà.

Devo però comunicarLe che il Capo dello Stato non può compiere alcuna valutazione dei fatti che costituiscono l’oggetto della Sua istanza, né adottare misure nelle materie da Lei evocate. Egli, infatti, non dispone di alcuno strumento diretto di intervento su altri Organi dello Stato nell’esercizio di competenze ad essi assegnate dall’ordinamento, nello specifico Governo e il Parlamento, ai quali solamente spettano scelte di merito che implicano la discrnionalità legislativa che sarebbe necessaria per venire incontro alle Sue osservazioni.

Nell’esprimere un caloroso sentimento di ideale vicinanza, il Presidente Mattarella Le invia un augurio di buon lavoro e un cordiale saluto, al quale con l’occasione unisco volentieri il mio personale.

Cons. Giancarlo Montedoro

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco, che a caldo ha commentato: «A me la Costituzione l’hanno spiegata così e così io insegno l’articolo 87: “Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere eccetera”. Forse i temi dell’assassino delle autonomie e quello dello sfascio dei comuni sono tutti elementi che avrebbero giustificato una diversa risposta magari con uno strumento differente, perché no? forse proprio un messaggio alle camere».