Buon anno scolastico. Gli auguri del Comune.

Cari bambini, bambine, ragazzi, ragazze, insegnanti, genitori, collaboratori, inizia un nuovo anno.
Ogni anno è nuovo, ogni anno porta sogni, desideri, attese, qualche ammaccatura del passato, un po’ di buoni propositi e tanto altro.
Quest’anno inizia un anno nuovo in una scuola finalmente nuova, tutta nuova, nuova dentro, nuova fuori, nuova in ciò che si vede, nuova in ciò che non si vede, nuova nel personale, nei bambini e ragazzi che la vivono, nuova in alcuni collaboratori, nuova nelle metodologie, nuova!
Non sempre tutto ciò che è nuovo e bello e non tutto ciò che è bello è per forza nuovo. Credo che quest’anno possiamo dire serenamente che ciò che è nuovo è bello e ciò che non è nuovo era bello già prima.
Come sapete anche io “faccio quinta”, come i grandi inizio il mio ultimo anno di scuola, una scuola un po’ diversa la mia! Sono uno studente un po’ scarso. Ci ho impiegato 25 anni per “uscire dalle elementari” ma a giugno, promosso o bocciato avrò finito la mia “scuola di Sindaco” e tornerò ad essere soltanto (ma è tanta roba!) un papà, un marito, un insegnante. Allora questo augurio che vi lascio è un po’ più “intimo”, “profondo”, abbiate pazienza.
A voi bambini, bambine, ragazze e ragazzi auguro di aver voglia di essere migliori di noi. Il vostro papà, la vostra mamma sono certamente i migliori papà e mamme del mondo ma lo vedete anche voi il mondo com’è. Quante cose non vanno? Quanta violenza, quanta cattiveria, quante persone escluse, emarginate, quanti giudizi cattivi, quanto egoismo, quanto poco rispetto per l’ambiente, degli altri, dei beni di tutti! Quante cose non vanno! Noi “grandi” ci abbiamo provato, alcuni forse no, ma non ci siamo riusciti. Tocca a voi essere meglio di noi. Lo so che è una cosa difficile ma nella storia è capitato tante volte che dopo periodi faticosi arrivassero tempi migliori. Quei tempi sono i vostri! Preparatevi a viverli da protagonisti iniziano a lavorare con impegno da oggi.
A voi genitori auguro si essere adulti “significativi” nella vita dei vostri figli, vi auguro di “lasciare il segno” nella loro storia. Il vostro compito è “terribile”, da “togliere il sonno”. Un segno a volte è una riga sulla carrozzeria, un ramo rotto, un segno può fare malissimo! Quali segni lasciamo nella vita dei nostri figli? Possiamo lasciare segni che hanno il valore di una insegna che li diriga verso un futuro di uomini e donne vere, segnali che sappiano farli giungere a mete “alte”, “buone”, “giuste”, di “comunione”. Possiamo anche renderli “aridi”, “egoisti”, educarli a “pensare solo a loro” ai loro diritti, a ciò che vogliono. Possiamo renderli piccoli “soldati” dei nuovi eserciti degli individualisti egoisti o renderli anime aperte ai bisogni degli altri. Un compito arduo che richiede uno sforzo enorme nella comprensione che si educa con l’esempio e non con le parole. Auguri papà e mamme buon cammino in questo sentiero ripido dagli orizzonti meravigliosi. Possa il tempo darvi il dono di vedere i vostri figli che si allontanano da voi salutandoli con il sorriso e la gioia per essere stati uomini e donne di speranza.
A voi maestre, maestri, educatrici e collaboratrici auguro di comprendere in profondità la vostra missione. Basta e avanza per “schiacciarvi” o per “caricarvi come molle” per la grandezza del ruolo cui siete chiamate e chiamati. Da voi dipende la crescita e la nascita al mondo dei bambini e delle bambine che vi vengono affidati e affidate. Se non siete innamorati della vita, vi prego, non entrate a scuola. Se non custodite una profonda nostalgia del futuro, vi prego, cercate qualcosa che vi soddisfi ma non fatelo questo mestiere. Se entrate a scuola aspettando un bonifico a fine o a metà mese, cercate qualcosa di diverso. Voi siete “eletti”, voi avete il beneficio e l’onere di “dare forma alla realtà”, avete tra le mani e nel cuore quanto di più prezioso la vita generi. Prima di tutto amate i bambini e le bambine, non limitatevi ad amarli però, fateglielo capire. Non siate inutili sergenti di ferro o urlatori di professione, siate educatori amorevoli. Ricordate che si prendono più mosche che con il miele ma fate che il miele sia un miele puro, non un dolcificante sintetico privo di nutrienti. Fate che questi “nutrienti” servano a rafforzare la mente, il corpo ma anche l’anima. Siate sempre responsabili che vuol dire “sposate la realtà” e quando si sposa qualcosa le si è fedele, siate fedeli a questi bambini, a queste famiglie, a questa comunità, anche a questo edificio. Fuggite il pettegolezzo, scappate dal giudizio, odiate il chiacchiericcio, unite, non dividete; cucite, non strappate; rammendate, non buttate; accordate, non stonate; create legami non dipendenze; create confidenza non esclusività nelle relazioni; ricordatevi che la scuola che animate sta dentro un paese, non è vero il contrario, non è vero che il paese sta attorno alla scuola. Parlateci con questo paese, siate aperti alla sua gente e alle sue associazioni, alle sue persone. Così questo paese e questa scuola guarderanno lo stesso futuro.
Quanto a me vi auguro per l’ultima volta da Sindaco un buon anno scolastico e vi affido questa scuola ricorrendo ad un passo di un grande uomo della storia, uno che ha cambiato radicalmente idea, uno che ha fatto un sacco di casini. Si chiamava Saulo proveniva da Tarso ad un certo punto iniziò a farsi chiamare Paolo e venne ucciso dai Romani pur essendo anch’egli Romano perchè la pensava diversamente dai suoi. Un giorno scrivendo ad un amico, “Filemone”, gli scrisse circa un un giovane che si chiamava Onesimo, che all’inizio era un suo servo e poi divenne altro e che da lì a poco gli avrebbe affidato usando queste parole: “ti restituisco lui, Onesimo: il mio cuore”. Io non sono Santo e mai lo sarò ma lo faccio così, semplicemente, anche io. Vi affido questa Scuola, i sogni che ha fatto nascere, le vite che ha accompagnato, i nomi che ricorda, i tanti futuri che sono nati e nasceranno. Buon anno scolastico a tutti e tutte!
Il vostro Sindaco.
Stefano