Auguri dall’Amministrazione comunale

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E così ci risiamo! Eccoci un’altra volta a Natale! A pensarci non è un bell’inizio per una lettera di auguri ma a volte siamo proprio messi così… un po’ come quelli a cui tocca, dopo tutto quello che ci riserva la vita, “anche” di dare sostanza e senso ad un momento.

Viviamo un tempo stano, lo sapete, un tempo dove spesso abbiamo la sensazione che tutto sia un peso insopportabile. L’individualismo, una certa deriva edonistica, l’egoismo dilagante insieme ai tempi duri, inaridiscono le relazioni e fanno arretrare dagli orizzonti comunitari spingendo ciascuno a ripiegarsi sui propri bisogni, sulle proprie certezze, sui propri desideri. E un poco alla volta si attiva un processo di rimozione di tutto ciò che ci “schioda” dal nostro recinto per aprirci ad altro e agli altri, al “bello”, al “buono”, al “giusto”, al “di tutti”. In alcuni casi ho pure la sensazione che il Natale ci disturbi un po’. Ci disturba addobbare la casa, ci disturba fare l’albero, ci disturba allestire il presepe, ci disturba incontrare le persone cui siamo obbligati “anche” a fare gli auguri. Penso che a volte ci annoi pure il solo pensare di dover tornare un po’ bambini.

Eppure Natale arriva… per carità potremmo accordarci sul fatto che questo periodo è un “ponte lungo” dopo quattro mesi di lavoro. Potremmo pensare ad una pausa tecnica a metà anno o ad uno stop in cui consentire ai bambini dopo Halloween e prima di Carnevale di credere per un attimo anche al vecchio vestito di rosso che porta i regali. Potremo, pensate un po’, pensare di tollerare anche che in questi giorni alcuni si fermino per ricordare, udite, udite, la nascita di un bambino che ha diviso la storia in due, quella prima di lui e quella dopo di lui.

Insomma il rischio è che il Natale si riduca ad una ritualità un po’ stanca e a volte scocciante che sopportiamo per cultura e tradizione ma che non riscalda più.

A pensarci bene il Natale di oggi è il più “naturale” dei figli del nostro tempo, un tempo che non è estraneo neppure al nostro paese che sarà pure l’ultimo fatto da Nostro Signore come cantava Au Renè ma che pur sempre fa parte di questo mondo.

Sapete? A volte penso che viviamo dentro un grande paradosso. Abbiamo illuminato le strade ma abbiamo anche illuminato i pensieri? Abbiamo telecamere che guardano i nostri confini e che registrano ogni movimento ma sappiamo guardare anche alla fragilità di chi ci sta vicino? Abbiamo ripulito le strade ma ci siamo anche ripuliti dai sospetti, dal giudizio, dai rancori? Abbiamo recuperato stabili che cadevano a pezzi ma abbiamo anche recuperato un sistema di valori che pare perduto come una foglia in un bosco d’autunno? Abbiamo creato oasi wifi per essere connessi sempre con il mondo intero ma riusciamo ad essere connessi anche con noi stessi e con le persone che ci stanno vicino? Abbiamo corsi straordinari nelle nostre scuole per fare dei nostri figli dei perfetti musicisti, atleti e poliglotti ma quanto consideriamo importante che siano anche uomini giusti e buoni? Abbiamo regimato le acque ma abbiamo contenuto allo stesso modo i pettegolezzi, le cattiverie, le maldicenze? Abbiamo sistemato acquedotti perché ciascuno abbia acqua in quantità ma abbiamo nutrito allo stesso modo anche la sete di giustizia? Abbiamo superato le barriere architettoniche ma abbiamo operato con uguale attenzione per superare quelle dell’indifferenza? Abbiamo nuovi scuolabus, nuove scuole, nuove palestre ma abbiamo costruito parallelamente nuove relazioni? Abbiamo inventato mille servizi dall’infermiera a domicilio ai pasti a domicilio, dai farmaci a domicilio alla raccolta dei rifiuti a domicilio ma abbiamo allo stesso modo insegnato che se sono importanti i sevizi è altrettanto importante “mettersi al servizio” e che se è importante il “domicilio” è ugualmente importante tutto quello che sta fuori da quel “domicilio”?

Ecco, non voglio rovinarvi il Natale, voglio dirvi che abbiamo tanto, abbiamo fatto tanto, possiamo godere di tanti piccoli e grandi passi, piccole e grandi speranze ma desidero anche dirvi che auguro a ciascuno un Natale vero. A chi crede, come a chi non crede, auguro che questo Natale sia tempo di rinascita, nel quale riannodare non solo i fili del cielo con quelli della terra, ma anche quelli dentro di noi, dentro le nostre famiglie, dentro la nostra comunità. Coraggio amici che non è mai tardi per scoprire la tenerezza, la bontà, l’altruismo! Non abbiamo paura di desiderare di essere uomini e donne migliori, più buoni, più disponibili, più pazienti, più capaci di condivisione. Approfittiamo di questo tempo così bello per lasciarci provocare dal bisogno di speranza del mondo e del nostro paese e cosi sarà non solo un Buon Natale ma sarà anche l’alba di un giorno nuovo… Tanti auguri a ciascuno!