Viaggio nei nuovi mondi di fiabe, romanzi e poesia. Dalla fiaba dell’800 alla Divina Commedia del Trecento

Leggere. Quantità a parte è un’azione connaturata con le nostre giornate ma sfogliare un giornale, una ricetta, “scrollare” gli aggiornamenti social è un leggere al dieci per cento delle potenzialità. Tutta un’altra storia è aprire un libro, perdersi nel suo mondo, leggerlo ad alta voce per una bambina, un bambino, non solo per la buonanotte!

Se ne parliamo in famiglia, nonni e bisnonni nati nel primo Novecento potrebbero mostrarsi sorpresi all’idea che si possa leggere… tutti i giorni. Perché a quel tempo anche le bambine andavano a lavorare molto presto; mia sorella, nata nel 1939, ad esempio, aveva 11 anni e nessuno si stupiva di questo fatto; la scuola era finita con i cinque anni delle elementari. Negli anni seguenti tutti in famiglia dovevano contribuire alla vita quotidiana. Non c’era tempo per l’istruzione, era un lusso riservato a ricchi e benestanti.

Quanto siamo fortunati oggi che possiamo leggere anche tutti i giorni, lo sappiamo?

Possiamo frequentare una stimolante scuola per l’infanzia, scoprire la poesia e la natura alla primaria, fare splendide scoperte alla secondaria. Tutta scuola dell’obbligo, aperta a tutti. Dopo la terza settimana di novembre dedicata alla lettura, in vista dell’inverno, con il Natale alle porte, ci prendiamo del tempo per parlare di ricordi, di come si leggeva e  si legge oggi. Perché tutti i cambiamenti delle abitudini introdotti dalle moderne tecnologie digitali non cancellano mai l’effetto della lettura e lo stupore connaturato alla scoperta.

Un Dante segreto (e mai studiato così in classe) è stata l’esperienza vissuta da molte persone, di età diverse, proprio a Bioglio con Stefano Ceffa, nella nuova Villa S.Teresa (c’è ancora un appuntamento il prossimo 5 dicembre!)

Com’erano i libri di fiabe del secolo scorso? Molto molto diversi da quelli tutti colori e sorprese con cui giocano oggi i bambini. In questo viaggio nel tempo ho chiesto aiuto e ricordi a persone diverse, per età e gusti. La tradizione nella lettura è fatta di tanti titoli, generi, preferenze!

Il libro. Dal Nord della ventosa Olanda proviene la storia del libro che mi ha segnalato Milena (nome di fantasia!). Si narra di due fratelli, Gretel e Hans in un inverno olandese, bianco e ghiacciato, paesaggio molto comune nel “grande inverno nordico” come mi ha spiegato un amico fotografo che lo ama particolarmente. “Pattini d’argento” era uno dei rari libri ricevuti in regalo per Natale, altrimenti c’erano solo “doni” utili (mica si potevano sprecare soldi per cose superflue predicavano i genitori). La copertina era rigida e cartonata e già il profumo della carta conciliava il trasferimento in un altro mondo, sconosciuto per una bambina di otto anni che sarebbe andata in capo al mondo per leggere (vivendo così in un mondo lontano da quello reale).

I protagonisti sono due adolescenti con un sogno, quello di vincere “la gara di pattinaggio” di dicembre ma (c’è sempre un ma nelle fiabe che sono nate non per essere zuccherose ma rappresentazioni fantastiche dei valori e delle esperienze del mondo!). Il primo “ma” di Gretel e Hans è un papà malato e con crisi di collera dopo essere caduto da una diga mentre lavorava. Lui non sa della sua malattia ed è cattivo con la moglie e i figli, costretti a lavorare e malvisti dalla gente. Ma un giorno l’incontro imprevisto con un grande chirurgo, e il coraggio di Hans che gli chiede di visitare il padre cambieranno le sorti di tutti.

L’operazione chirurgica per guarire il signor Brinker dalla commozione cerebrale è rischiosa ma è l’unica via per la guarigione. Come pagheranno Hans, Gretel e la mamma il costoso onorario del professore Boekman? Con i soldi risparmiati? Non ce ne sono e allora si devono usare quelli messi da parte per procurarsi dei pattini d’acciaio senza i quali, con i poveri pattini di legno, non hanno nessuna chance di vittoria. Addio pattinaggio, addio sogno di vittoria. Fine.

Invece no, dopo alcune pagine di tristezza, si fa avanti la speranza, il famoso chirurgo, colpito dal senso di responsabilità del quindicenne Hans farà l’operazione gratuitamente. Quando papà Brinker torna a casa è un’altra persona, si capisce così che la malattia gli aveva stravolto la vita e il carattere. Poi all’improvviso si ricorda del posto nascosto dove aveva riposto dei risparmi per i momenti difficili e così la famiglia può superare la loro grave crisi economica. Boekman è un benefattore, ricco come sono sempre i benefattori ma pure sensibile ai sogni dei bambini. Hans e Gretel possono partecipare alla tanto desiderata gara con dei pattini di acciaio e mentre il fratello si ferma a soccorrere un amico caduto, Gretel vola sul traguardo e vincerà… dei fantastici pattini d’argento!

L’autrice. Mary Mapes Dodge, nata a New York nel 1831, inizia a scrivere per alcuni giornali nel 1859, e il romanzo Pattini d’argento (1865) ottenne subito un grande successo che dura nel tempo. Diventata editrice del St. Nicholas Magazine, la più importante pubblicazione per bambini della seconda metà dell’Ottocento, ebbe come collaboratori personaggi del calibro di Mark Twain, Louisa May Alcott e Robert Louis Stevenson.

Anna Piovesan

Nota. Nella foto con 3 copertine le edizioni del 1954 e del 1969. Qui sopra la galleria delle varie copertine trovate dal motore di ricerca Google.